coronavirus - Istituto Superiore di Sanità - Guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico ricettive non utilizzati durante la pandemia COVID-19.
L’Istituto Superiore di Sanità ha redatto una guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico ricettive e altri edifici ad uso civile e industriale, non utilizzati durante la pandemia COVID-19.
È infatti noto come il ristagno dell’acqua e l’uso saltuario di alcuni impianti potenzia il rischio per la trasmissione della legionellosi. Le indicazioni contenute nel documento integrano quanto già indicato per le strutture ricettive nelle linee guida nazionali per la prevenzione e il controllo della legionellosi e in accordo con il decreto legislativo n. 81 del 2008.
La guida ha lo scopo di fornire indicazioni ai responsabili di tutti gli impianti a rischio di trasmissione di Legionella, quali quelli delle strutture turistico ricettive (rientranti nel codice ATECO 55), su come controllarne la proliferazione per evitare:
- il verificarsi di casi in ospiti e lavoratori alla riapertura degli impianti;
- l’aggravamento dello stato di salute di pazienti già infettati da Sars-Cov-2 che potrebbero essere collocati in complessi adattati a strutture ospedaliere o per la quarantena.
Le indicazioni contenute nella guida integrano le misure routinarie di prevenzione e controllo per contenere la proliferazione di Legionella negli impianti indicati nelle linee guida nazionali anche in adeguamento al decreto legislativo n. 81 del 2008, che prevede l’obbligo, per il datore di lavoro, di valutare il rischio Legionella sia per i lavoratori che per qualsiasi altra persona che frequenti il luogo di lavoro.
Gli specifici obblighi in materia di prevenzione e controllo della legionellosi si inquadrano inoltre nel più generale obbligo di valutazione e gestione dell’acqua negli edifici in accordo con Il decreto legislativo n. 31 del 2001 relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano. Si ricorda che tutti i titolari o gestori di edifici e strutture sono tenuti ad assicurare che la qualità dell’acqua rimanga rispondente ai valori di riferimento (garantiti dai gestori del servizio idrico fino al punto di consegna) dal punto di consegna (contatore) sino al rubinetto.
All’interno delle strutture ricettive la trasmissione della malattia all’uomo avviene attraverso inalazione di aerosol contaminato da Legionella, proveniente soprattutto da docce e rubinetti di impianti idrici, vasche idromassaggio, fontane decorative, eccetera, non adeguatamente manutenuti, aventi condizioni di temperatura, presenza di biofilm e calcare, che favoriscono la sopravvivenza e la crescita del batterio.
Si ricorda che la Legionella cresce nei sistemi idrici a concentrazioni che possono causare infezioni quando:
- la temperatura dell’acqua è compresa tra 20 e 50°C. È pertanto importante evitare che la temperatura dell’acqua calda scenda al di sotto di 50°C e che quella dell’acqua fredda salga al di sopra di 20°C,
- il flusso nel sistema idrico è scarso o assente;
- i materiali utilizzati favoriscono la formazione di nicchie protettive o il rilascio di nutrienti per la crescita e la formazione di biofilm, inclusi fanghi, incrostazioni, ruggine, alghe e depositi organici che possono accumularsi lungo le tubazioni del sistema e nei serbatoi d’acqua, in particolare durante i periodi di stagnazione;
- l’acqua in ingresso è di scarsa qualità, non sottoposta ad adeguato trattamento di potabilizzazione, o è erogata con un regime di flusso intermittente.
Il rischio di diffusione di Legionella aumenta in presenza di:
- sistemi che diffondono goccioline inalabili come gli aerosol generati da torri di raffreddamento o da condensatori evaporativi;
- rubinetti in assenza di rompigetto (a seguito dell’impatto dell’acqua su una superficie solida in caso di elevata pressione idrica) o, viceversa, in presenza di rompigetto incrostati (responsabili di emissioni di spruzzi);
- docce (soprattutto in presenza di soffioni incrostati), vasche idromassaggio con aerosolizzazione dell’acqua, fontane interne, o sciacquoni per WC inutilizzati per lunghi periodi di tempo;
- altre attrezzature, come idropulitrici, sistemi di irrigazione a spruzzo, sistemi di autolavaggio, eccetera.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, se l’edificio o altra struttura siano rimasti chiusi per meno di un mese o risultino frequentati e/o manutenuti in modo da assicurare un flussaggio periodico di acqua dai rubinetti e dalle docce presenti nelle camere, è possibile applicare un normale regime di controllo degli impianti.
È importante documentare come saranno protetti dalla proliferazione di Legionella il personale, i visitatori o chiunque continui a frequentare la struttura quando questa verrà riaperta. Se necessario, il gestore di queste strutture dovrà ricorrere all’assistenza di un consulente esperto, competente in materia di trattamento degli impianti per controllare e prevenire la contaminazione da Legionella, e di un responsabile sulla sicurezza (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, RSPP), a tutela dei lavoratori che rientrano nella struttura o delle autorità sanitarie preposte.
Nel caso in cui l’edificio o altra struttura siano rimasti chiuso per più di un mese e che si progetti la riapertura, al fine di tenere sotto controllo il rischio di proliferazione di Legionella, occorre applicare alcune misure straordinarie di controllo elencate nella guida allegata. Una volta eseguite le azioni di controllo, pulizia e disinfezione indicate nella guida, è necessario provvedere al campionamento dell’acqua per la ricerca di Legionella (dopo le 48 ore successive all’inizio delle operazioni di disinfezione) e se il risultato è negativo i sistemi di acqua calda e fredda sono da considerarsi sotto controllo e l’edificio può essere riaperto.
Si ricorda infine che la documentazione inerente la valutazione del rischio, rivista e aggiornata (ogni 2 anni o meno se sono incorse modifiche all’impianto o si sono verificati casi di malattia), il registro di manutenzione dell’impianto e la descrizione delle azioni correttive adottate devono essere disponibili per un’eventuale ispezione, completi di data e firma di chi ha espletato tali attività.
Distinti saluti.
Il Direttore Generale
(Dr. Alessandro Massimo Nucara)
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